Occupazione femminile in Italia: i dati 2025 e le sfide per il mondo dell’impresa
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Occupazione femminile in Italia: i dati 2025 e le sfide per il mondo dell’impresa

Il nuovo Report sull’occupazione femminile, pubblicato dall’ISTAT fa emergere che il 2025 è ancora segnato da forti disparità di genere, carichi familiari non equamente distribuiti e opportunità professionali troppo spesso limitate.

Un dato che pesa: solo il 56,1% delle donne lavora

Nel 2024, il tasso di occupazione femminile tra i 25 e i 64 anni si è fermato al 56,1%, contro una media europea del 68,3%. Il divario rispetto agli uomini è di oltre 17 punti percentuali, tra i più elevati nell’UE.

Il dato diventa ancora più critico nel Mezzogiorno, dove solo una donna su tre ha un’occupazione. A questo si aggiunge il fatto che oltre metà delle donne che lavorano part-time lo fanno per necessità, non per scelta: il 56,3% è impiegata in questa modalità in modo involontario, spesso per mancanza di alternative compatibili con la vita familiare.

Un capitale umano sottoutilizzato

È ormai un dato strutturale: le donne italiane sono in media più istruite degli uomini, ma questa maggiore preparazione non si traduce in una pari partecipazione al mondo del lavoro, né tanto meno alla guida di imprese o progetti ad alto valore tecnologico.

Le imprese femminili restano concentrate nei settori tradizionali e a basso contenuto innovativo, mentre l’accesso al credito, la mancanza di reti professionali e i ruoli apicali ancora poco accessibili restano ostacoli concreti.

Perché questo riguarda anche il mondo del marketing, della comunicazione e dell’innovazione

In un Paese che punta sulla transizione digitale e inclusiva anche attraverso il PNRR, lasciare ai margini metà del talento disponibile significa rallentare la crescita. L’imprenditoria femminile – soprattutto se sostenuta da formazione, comunicazione e strumenti digitali – può essere una leva decisiva per lo sviluppo.
Per questo è essenziale:

  • Potenziare i servizi di conciliazione lavoro-vita privata;
  • promuovere la formazione digitale e il marketing strategico anche tra le piccole imprese a conduzione femminile;
  • Creare reti professionali e percorsi di mentoring;
  • Favorire l’accesso al credito e ai bandi PNRR dedicati all’imprenditoria femminile.

Un’agenzia può fare la differenza

Anche una agency può contribuire in modo concreto. Come? Aiutando le imprese femminili a:

  • Costruire una brand identity forte e riconoscibile;
  • Valorizzare le competenze con strumenti digitali e contenuti strategici;
  • Intercettare nuove opportunità grazie a campagne marketing, strategie social e presenza multicanale.

In un mercato sempre più competitivo, la visibilità è potere. E la comunicazione, oggi, è uno dei motori principali dell’uguaglianza economica.



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